L’intelligenza relazionale: la competenza chiave per chi guida persone e organizzazioni
Nel mio lavoro con imprenditori, manager e team aziendali, mi capita spesso di incontrare persone brillanti, tecnicamente ineccepibili, che però fanno fatica a ottenere risultati duraturi con i propri collaboratori. Non perché non siano capaci. Ma perché, semplicemente, nessuno ha mai insegnato loro a gestire le relazioni in modo consapevole.
Anche a me “non lo ha insegnato nessuno” (anche se credo di aver avuto molti “inconsapevoli maestri”) ma dal momento che spesso mi viene fatto notare che sono “brava nelle relazioni” ho iniziato a rifletterci un po’ su e da queste riflessioni si è svuluppato qualcosa di più grande… ma, andiamo per gradi, una cosa alla volta.
In un mondo del lavoro dove si parla continuamente di AI (pare che presto DeepSeek servirà anche i tramezzini al Sarniglill) hard skills, automazione, performance e produttività, ci dimentichiamo che sono le persone a fare la differenza. E quando si lavora con le persone — non importa se in una microimpresa o in una multinazionale — la relazione conta più del processo.
Ecco perché ho deciso, insieme ai miei colleghi di OSM, di dedicare tempo, energia e risorse allo sviluppo di un modello pratico e misurabile sull’intelligenza relazionale.
🔍 Le 5 dimensioni (secondo la nostra esperienza) dell’intelligenza relazionale
Questa parte non l’abbiamo scritta leggendo libri americani con titoli motivazionali. L’abbiamo costruita osservando manager reali, team veri, situazioni aziendali vere. È il risultato di anni in aula, coaching individuali, feedback ricevuti e anche qualche bel crash culturale aziendale.
Attraverso tutto questo lavoro sul campo, abbiamo identificato 5 dimensioni fondamentali che compongono l’intelligenza relazionale. Ognuna di queste non è una “bella idea” o un principio teorico, ma un’area su cui si può lavorare davvero, in modo pratico, mirato, con risultati concreti.
1. Comprensione (empatia e ascolto attivo)
La capacità di mettersi nei panni dell’altro, ascoltare senza giudicare, cogliere segnali verbali e non verbali. Un leader che non ascolta non guida, comanda. E non è la stessa cosa.
2. Assertività e comunicazione
Saper comunicare in modo chiaro, rispettoso e coerente. Dire “no” senza distruggere, dire “sì” senza compiacere. Affrontare conversazioni difficili senza creare tensioni.
3. Gestione dei conflitti
Il conflitto è inevitabile. Ma può essere una leva di crescita, se sai come affrontarlo. Un bravo leader non evita il confronto, lo trasforma in opportunità.
4. Leadership relazionale
Guidare con autorevolezza e rispetto. Valorizzare le diversità. Creare un clima in cui le persone si sentono viste, ascoltate, coinvolte. Qui si gioca la vera partita della retention.
5. Networking e costruzione di relazioni
Coltivare relazioni professionali solide e autentiche. Non solo “avere contatti”, ma saper creare connessioni significative. Perché chi sa fare rete, sa fare impresa.
📈 Si può misurare? Sì. E si può migliorare, ancora meglio no!?
Le 5 dimensioni dell’intelligenza relazionale non sono solo belle da leggere: sono misurabili. E soprattutto sono allenabili. Per questo, all’interno del percorso formativo di OSM, abbiamo costruito un vero e proprio test di intelligenza relazionale.
Chi partecipa al corso riceve un report personalizzato che include:
- Il proprio punteggio su ciascuna delle 5 dimensioni
- Un profilo relazionale in base al ruolo professionale
- Un confronto con la media di altri professionisti simili (benchmark)
- Indicazioni pratiche su come migliorare ogni area
Perché non si cresce con le buone intenzioni. Si cresce con la consapevolezza e l’allenamento costante.
📚 Vuoi approfondire?
Ho raccontato il dietro le quinte di questo percorso, come è nato il test e perché crediamo così tanto nell’intelligenza relazionale. Se ti interessa andare oltre la teoria, e scoprire come può cambiare il modo in cui guidi persone e team, leggi qui:
👉 Il nuovo percorso di formazione su L’Intelligenza Relazionale by OSM